Diffrazioni Festival Special Events

Nell’ambito del programma per le celebrazioni del Millenario dell’Abbazia di San Miniato a Monte ha trovato luogo la collaborazione con Diffrazioni – Firenze Multimedia Festival.
Diffrazioni Festival è un progetto che fonda le proprie basi nella sperimentazione artistica. una settimana ricca di eventi che vedrà coinvolti molti artisti e scienziati di fama internazionale. I mille anni dell’Abbazia e la contemporaneità dell’uomo sono un incontro, un segno profondo a cui tutti possiamo guardare con rinnovata energia.
Due eventi di particolare spiritualità saranno presentati nell’Abbazia il 27 e il 29 marzo 2019 alle ore 21.00.

Diffrazioni – Firenze Multimedia Festival cooperates with the Abbey of San Miniato al Monte for the special occasion of its Millennial.
Diffrazioni Festival is a project with its own roots in artistic research and experimentation: a week-long event involving internationally reputed artists and scientists. The 1000-year-old Abbey and the contemporary human beings constitute a special meeting, an opportunity we can all refer to as a deep sign, bearing new energy. 
Two events full of spirituality will be presented at the Abbey on March 27 and 29, 2019, at 9p.m.

 

San miniato al monte multimedia concerts
1018-2018 millennial

 
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27 marzo 2019/ ore 21:30 - S.ilk O.n S.kin

PWYLL Giacinto Scelsi, 05:00, (1954)
SYNCHRONISM N°1 Mario Davidovsky, 05:00, (1962)
INSIDE Paul Horn 25:00, (1968)
S.ilk O.n S.kin Paolo Zampini 10:00, (2015)
CADENZA Ennio Morricone 10:00, (1988)

29 marzo 2019/ ore 21:30 - THE WASTE LAND

THE WASTE LAND Alfonso Belfiore, 59:00 (nuova edizione 2018)
for narrator, percussions, fixed media and live electronics.

I. THE BURIAL OF THE DEAD
II. A GAME OF CHESS
III. THE FIRE SERMON
IV. DEATH BY WATER
V. WHAT THE THUNDER SAID

 

 

La Basilica di San Miniato al Monte

 

Da mille anni un varco di bellezza fra cielo e terra

Quale sia il più vero significato di San Miniato al Monte ce lo rivela forse quel cartiglio marmoreo che da secoli avverte il viandante con le parole: «questa è la Porta del Cielo». È l’esclamazione di Giacobbe dopo che ha sognato la celebre scala appoggiata sulla terra, la cui cima raggiungeva il cielo mentre gli angeli salivano e scendevano su di essa.

Quella scala era il segno evidente che egli si trovava di fronte alla casa di Dio, il luogo dove l’uomo assetato di senso poteva finalmente trovare la terra promessa quale segno della provvidente passione del Creatore per la sua creatura. È questo sigillo scritturale a fare di quel marmo una delle pietre angolari di San Miniato al Monte.

 
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La Basilica e il monastero: storie di santità e arte

Credere nel Dio di Gesù Cristo significa credere in un Dio che si rivela nella storia, donando così una qualità fortissima alla nostra esperienza del tempo. In questa prospettiva acquistano per noi uno specialissimo significato la memoria, con cui conservare nel cuore la traccia del passaggio del Signore nei nostri giorni, e la speranza, con cui allenarci a guardare al futuro come definitiva dimora della nostra vita in Cristo. Tenace e appassionato esercizio di memoria e di speranza è stata anche la riedificazione, mille anni dopo la nascita di Cristo, della basilica di San Miniato nelle sue forme attuali.

Esercizio di memoria per riproporre all’intelligenza spirituale di una città intera l’eroica vicenda dei primi martiri della chiesa fiorentina, quegli antichi testimoni cioè di una fede che mai intende subordinare Cristo ad alcuna certezza mondana; esercizio di speranza per manifestare allo sguardo di tutta Firenze la città futura, la Gerusalemme celeste, quale esito ulteriore e finalmente definitivo della pur provvidenziale rinascita sociale, economica e culturale propria di quel fondamentale tornante della storia europea.

 
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La storia di san Miniato e l’inizio del suo culto

La più antica testimonianza storica di una chiesa dedicata a San Miniato risale al 783: un luogo di culto è infatti già appellato col titolo di “basilica” in un diploma di Carlo Magno. L’edificio era ormai così negletto e pericolante che il vescovo fiorentino Ildebrando iniziò a ricostruire ex novo, il 27 aprile del 1018, una grandiosa basilica in forme romaniche che custodisse ben più degnamente le reliquie di San Miniato, reperite dallo stesso vescovo sotto l’attuale “porta santa”, in quello che forse si può ritenere uno dei più antichi cimiteri cristiani di Firenze.

In questo luogo e in questa vicenda, come sovente accade, verità e leggenda si mescolano: la tradizione agiografica tramanda, attraverso alcune Vitae ricche di dettagli fantasiosi, l’epopea di un eroico soldato armeno, Miniato, che volle testimoniare la sua fede in Cristo sino al martirio, avvenuto nel 250. Dopo numerosi, ingegnosi e tuttavia inefficaci tentativi di ucciderlo, alla fine i soldati romani dell’imperatore Decio riuscirono nell’odioso intento decapitando Miniato sul greto del fiume Arno: egli però, raccolta la propria testa, salì sul colle dove fu poi sepolto.

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